Roma, 16 maggio 2011 - "Abbiamo fatto 125 anni con la benzina, negli ultimi 30 siamo andati anche a gasolio, ma il futuro sarà fatto da più fonti: si aggiungerà l’elettrico, certo, ma ci saranno anche il metano e il GPL".
Stefano Landi non ha dubbi sulle potenzialità del suo business: costruire impianti a gas per automobili. Il quartier generale dell’azienda che porta il nome del padre, la Landi Renzo, è alle porte di Reggio Emilia, ma i clienti ormai sono in tutto il mondo, con un giro d’affari che supera i 300 milioni di euro. E adesso siamo alla vigilia di una svolta tecnologica che potrebbe interessare migliaia di automobilisti ‘vittime’ dei vecchi diesel, spesso esclusi dalla circolazione per le normative anti-inquinamento.
Presidente Landi, a che punto siete con gli impianti per convertire a metano le auto a gasolio?
"Guardi che non si tratta di una novità assoluta: già nei primi anni’70 mio padre trasformò a gas due grossi motori diesel per conto della Snam. Eravamo in piano shock petrolifero. Oggi quell’idea ritorna, ma al posto delle vecchie pompe meccaniche abbiamo l’elettronica, con soluzioni molto più sofisticate".
Sì, ma quanto costerà la conversione?
"Beh, dipende dal modello, ma siamo sui prezzi del benzina, in una forbice che varia da 2 mila a 2.500 euro. Adesso stiamo lavorando all’omologazione, dato che i problemi tecnici sono stati risolti: c’è un abbattimento notevolissimo del particolato con motori Euro 1, Euro 2 o Euro 3, il problema di cui si sta discutendo è quello degli idrocarburi incombusti, ma anche su questo c’è un bel miglioramento".
Oggi si parla molto di macchine elettriche, mentre le stesse auto con i motori tradizionali stanno migliorando enormemente i consumi: non teme che in questo scenario si riduca lo spazio per il gas?
"No, lo spazio per metano e GPL rimarrà. Sa qual è il vero problema? Informare meglio gli automobilisti che, anche nel paese più ‘gasato’ d’Europa, che è l’Italia, ancora sanno poco di questi motori. Comunque: tre anni fa tutti parlavano dei biocarburanti come oggi parlano dell’elettrico, mentre oggi quasi nessuno sembra ricordarsi più dei carburanti vegetali. Vede, salvo l’exploit del 2009 con gli incentivi, il gas ha sempre fatto numeri marginali, ma costanti. E che ce l’ha non l’abbandona, perché sa quanto risparmia".
Quanti sono oggi gli italiani che guidano un’auto a gas?
"Circa due milioni: un milione e mezzo ha il GPL, 500 mila il metano. Il livello tecnologico è ottimo, dato che siamo in grado di omologare le macchine come Euro 5 e in prospettiva si potrà pensare a vetture monofuel, che sfruttino appieno le potenzialità del metano. Ma stiamo lavorando anche su altro…".
Tipo?
"Rendere ibride, con il doppio motore elettrico e benzina, auto che nascono solo con l’alimentazione a benzina. L’idea, elaborata con un’azienda nata dal Politecnico di Torino, è di lavorare sulle due ruote non motrici, cui applicare due motorini elettrici".
E così diventano auto a trazione integrale…
"A noi interessa che queste trasformazioni abbiano prezzi accessibili, come abbiamo fatto con il gas".
Mi tolga un’ultima curiosità: perché vi siete dedicati al metano in una terra in cui tutti hanno rincorso il sogno della velocità?
"Se è per questo, anche mio padre Renzo aveva la passione delle corse, faceva gare di regolarità con un Gilera. Ma qui a Reggio c’è sempre stata la cultura del metano, per un certo periodo si facevano andare le macchine addirittura col gasogeno. Poi, con l’esplodere delle tematiche ambientali, si è capito che il gas non è solo economico, ma anche ecologico. E’ stata la nostra fortuna…".
Sarà la volta buona? Fra poco vedremo anche dei diesel al distributore del metano?