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vittocecco ha scritto:Di norma, l'allargamento della carreggiata tende a far aumentare lo "scivolamento" della vettura* (esattamente come l'irrigidimento dell'assetto). Dal momento che l'aumento della lunghezza del braccio di leva sulla sospensione la intenerisce leggermente, tale maggior scivolamento dovrebbe venire "assorbito" dal leggero ammorbidimento dell'assetto...
* In pista, soprattutto in presenza di curve strette (e nelle categorie dove è possibile), è usanza allargare la carreggiata posteriore per rendere il veicolo più maneggevole (dal momento che la vettura tende a diventare sovrasterzante e, conseguentemente, il muso tende a puntare all'interno della curva)...
seifer87 ha scritto:Ciao, prezzo?
involt ha scritto:vittocecco ha scritto:Mi sarei aspettato quindi un rollio invariato ed una tenuta minore, mentre evidentemente la tenuta risulta maggiore per l'incremento del rollio. E' sul meccansimo di quest'ultimo che sto ancora ragionando...
vittocecco ha scritto:
Quello che molto spesso dimentichiamo è che l'irrigidimento dell'assetto riduce certamente i trasferimenti di carico ma, in ogni caso, le forze trasmesse vanno comunque a gravare sugli pneumatici anzi... tali forze, per via della "non compressione della molla", quindi del "non coricamento" del telaio, arrivano agli pneumatici non più in senso quasi perpendicolare alla strada ma in modo più trasversale (orizzontale alla strada), mettendoli quindi più facilmente in crisi se questi non sono di qualità (non per niente in pista usano le slick)... inoltre, il minor carico gravante sugli pneumatici esterni (dato sempre dai ridotti trasferimenti di carico) non è detto che sia "sempre e comunque" una cosa positiva (vedi sopra), anche su fondi ad elevata aderenza. Positivo, sempre su questi fondi, è il minor carico che ogni pneumatico "mette a terra" per unità di sua superficie (per questo gli pneumatici più larghi offrono maggior tenuta)
vittocecco ha scritto:Credo che il rollio aumenti perché la forza sulla molla viene applicato mediante una leva maggiore (questo anche se la forza proviene dalla vettura e non dalla ruota)...
involt ha scritto:I miei ragionamenti erano tesi averificare semplicemente che non avrei avuto un danno dal montaggio dei distanziali, e non che avrei avuto un vantaggio; anche l'assenza di danno era sufficiente.
involt ha scritto:Mi sono convinto, da ciò che avevo pensato, che tutti gli effetti negativi dei distanziali,danno ai cuscinetti compreso, fossero dovuti unicammente a realizzazione e montaggio approssimativi, e mai alla presenza in sé dei distanziali.
Pertanto, una realizzazione altamente professionale sia del corpo del distanziale sia del sistema di fissaggio sarebbe stata imprescindibile, volendo montarli. Così la scelta è caduta su questi nonostante il prezzo; e non mi sembra di essermi sbagliato
vittocecco ha scritto:Lo sforzo maggiore che il cerchione "applicherà" al cuscinetto purtroppo è inevitabile (è comunque esattamente lo stesso che si avrebbe montando un cerchione con ET pari a quello risultante dalla sommatoria fra lo spessore del distanziale e l'ET del cerchione originale) ma, se non si esagera, non dovrebbero esserci particolari problemi...
involt ha scritto: Sempre seguendo i miei ragionamenti (ed i miei disegni), se il distanziale e soprattutto il sistema di fissaggio sono realizzati a regola d'arte, quasi tutto lo sforzo addizionale è sopportato dal distanziale (in compressione) e dal sistema di fissaggio (in trazione). Il carico per il cuscinetto è minimo, anche nel caso di distanziali di un certo spessore.
...
Se il mio ragionamento è corretto, i danni indotti da un cerchio con ET più elevato dovrebbero essere maggiori di quelli introdotti dal distanziale. Anzi, esisterebbe la possibilità teorica che il distanziale addirittura migliori lo sforzo indotto dal cerchio.
vittocecco ha scritto:Questo ragionamento è al di fuori della mia comprensione...
E' vero che lo "sforzo del cerchione" viene trasmesso al distanziale (che ad esso si può considerare solidale) ma il distanziale (che ruota col cerchio) deve necessariamente trasferire lo sforzo alla parte di mozzo che ruota solidale al distanziale stesso (quindi anche al cerchio) e, conseguentemente, questa maggiore sollecitazione si ripercuote sul cuscinetto (vera e propria "interfaccia" fra le parti in rotazione e quelle no)....
Questo sforzo applicato al mozzo è, secondo me, maggiore perché aumenta il braccio di leva col quale le sollecitazioni subite dal cerchio vengono applicate al mozzo stesso. Un po' come quando, per aumentare la forza applicata, si monta una prolunga su una chiave o su una pinza; e non credo che ci sia differenza fra una chiave più lunga (ET minorato) o una chiave allungata (distanziale)... Ovviamente a parità di estensione ottenuta...
Se così non fosse, la sospensione, col montaggio del distanziale, non dovrebbe ammorbidirsi. Invece lo fa, esattamente come minorando l'ET del cerchio stesso...
involt ha scritto:Inoltre, come è facilmente visibile dal disegno, è in gran parte il corpo del distanziale stesso ad opporsi alla rotazione e quindi ad assorbire le sollecitazioni; in ultima analisi, è la realizzazione del distanziale (materiale, tolleranze, montaggio) a far una grande differenza. Giochi, irregolarità superficiali, imperfetto parallelismo delle superfici, irregolarità nel profilo contribuiranno tutti a favorire sollecitazioni non assiali del mozzo e conseguenti danni,
involt ha scritto:Di conseguenza, se il distanziale è realizzato a regola d'arte, riduzione di ET del cerchio e distanziali hanno l'identico effetto sul mozzo, considerato che la lunghezza di esso non varia, e varia solo il braccio di leva tra il punto di applicazione delle forze sul cerchio e la loro trasmissione all'estremità del mozzo.
vittocecco ha scritto:Certo... ma anche le sollecitazioni assiali, spostando verso l'esterno il punto in cui il cerchione applica la forza, sollecitano maggiormente il cuscinetto...
involt ha scritto: Il concettò che però desideravo esprimere è che il "punto in cui il cerchione applica la forza" ed il "punto in cui la forza viene applicata sul cerchione" sono due fenomeni diversi, e di solito diamo per scontato che la loro variazione avvenga in solido.
Invece i due concetti sono indipendenti, e non direttamente legati; mentre ciò che "vede" il cuscinetto è la risultante tra le due. Il distanziale agisce solo su una delle due componenti, ed linea teorica non è detto che il risultato sia sempre e solo peggiorativo per il cuscinetto.
Riguardo poi alle sollecitazioni del cuscinetto, tieni presente che in assenza di distanziale, o con un distanziale "perfetto" il sistema cerchio-mozzo-cuscinetto si comporta come una leva di secondo genere. All'aumentare della distanza aumentano ambedue i bracci di leva (fulcro-potenza e fulcro-resistenza). La leva di secondo genere amplifica sempre la forza riducendo sempre il movimento (il momento deve rimanere costante). Se quindi l'aumento dei bracci aumenta l'entità della forza che agirebbe sul cuscinetto, ne riduce comunque i movimenti, movimenti che però in assenza di giochi dovrebbero comunque essere zero. Zero movimenti=momento pari a 0; quindi, in teoria, il problema del danno dei cuscinetti non dovrebbe neanche porsi.
involt ha scritto:Cerco di fare un esempio per rendere l'idea.
Ammettiamo che si debba fissare un palo di ferro lungo e rigido su una piattaforma di cemento, in maniera estremamente stabile, e che il palo debba approfondarsi nel terreno fin oltre lo strato di cemento.
Se il palo venisse semplicemente conficcato, le oscillazioni di esso allargherebbero progressivamente la sede nel terreno.
Se fissiamo quattro grosse viti del cemento ed imbulloniamo una flangia con un tubo a misura perfetta saldato in corrispondenza del foro avremo risolto il problema. Sarà la flangia ad assorbire le forze che tendono a far oscillare il palo; e se questa è sufficientemente rigida e le tolleranze sono perfette, il palo sarà immobile, a meno delle oscillazione consentite dalle sue stesse defotmazioni trasversali.
Ma se la misura del tubo non è perfetta, o i dadi non sono perfettamete serrati, i movimenti del palo si rifletteranno all'estremità infissa nel terreno, allargandone la sede. Il sistema tubo-flangia farà da fulcro ed anzichè farsi carico delle sollecitazioni consentirà al tubo di scavare il terreno sottostante.
Ora, metti un cuscinetto al posto del terreno sottostante...
vittocecco ha scritto:Quello che non riesco a capire è perché consideri il distanziale come fulcro... sarebbe tale se fosse fissato ad un elemento "a parte" o se, come nel caso delle pinze, fosse soggetto a due forze "uguali e contrarie" ma, per come la vedo io (forse sbagliando), il fulcro è l'asse del cuscinetto stesso ed il distanziale agisce come "prolunga" sulla "leva cerchione", quella cioè che applica la forza...
involt ha scritto:...in assenza di distanziale, o con un distanziale "perfetto" il sistema cerchio-mozzo-cuscinetto si comporta come una leva di secondo genere
vittocecco ha scritto:Secondo me l'esempio non calza al 100%...
involt ha scritto:Cerco di fare un esempio per rendere l'idea.
vittocecco ha scritto:Un palo di lunghezza prefissata (l'ET del cerchione) con flangia (l'appoggio del cerchione) è ben fissato con dei bulloni ad una lastra di cemento dello stesso diametro (parte esterna del mozzo) che appoggia sul terreno (il cuscinetto).
Applicando una certa forza all'estremità del palo applicheremo sul terreno un'altra forza, diversa dalla prima.
Se al di sotto della flangia del tubo installo un'altra lastra di cemento (il distanziale) anch'essa assolutamente ben fissata alla flangia del tubo (appoggio del cerchione) ed altrettanto ben fissata alla lastra originaria (parte esterna del mozzo) e, per essere ancora più sicuro (e com'è in realtà), fisso con gli stessi bulloni (magari più lunghi) la flangia del tubo alla lastra originaria (mettendo quindi bene "a pacco" flangia, lastra aggiuntiva e lastra originaria), non avrò ottenuto il risultato di distanziare maggiormente il palo dal terreno, aumentando inevitabilmente la forza che applicherò su detto terreno a parità di forza applicata sul palo?
Morale:
terzo33 ha scritto:l'unico problema è che la ruota posteriore desta sporge più della sinistra che anzi è rientrata.
terzo33 ha scritto:l'unico problema è che la ruota posteriore desta sporge più della sinistra che anzi è rientrata. Ho letto che tutte le macchine sono fatte così, praticamente è il ponte decentrato...
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