In questa sede si vuole fornire una panoramica dei principali motori prodotti nel corso degli anni dalla Casa automobilistica tedesca Opel.
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Vale la pena ricordare che la Casa di Rüsselsheim appartiene fin dal 1929 al colosso statunitense General Motors (che incorpora tra l'altro moltissimi altri marchi tra cui Chevrolet, Cadillac, Pontiac, la sudcoreana Daewoo e la svedese Saab). Contrariamente a quanto avviene di solito in casi del genere, la General Motors ha sempre lasciato ai suoi marchi una certa libertà ed autonomia di progettazione e sviluppo dei propulsori. Per questo motivo la Opel ha potuto sviluppare una sua gamma di motori specifica. Alcuni di questi motori sono stati utilizzati anche da altri marchi del gruppo, tra cui la australiana Holden. Analogamente, la Opel ha potuto utilizzare, in alcuni casi, dei motori provenienti da altri marchi della General Motors, come i V8 di origine Chevrolet montati sulla ammiraglie K-A-D degli anni '60 e '70 e quelli montati sulle Opel Omega V8.
Negli anni 2000, la sinergia tra General Motors e Gruppo Fiat ha fatto in modo che i due Gruppi potessero scambiarsi alcuni motori. Così, alcuni veicoli Alfa Romeo (marchio appartenente alla Casa torinese) hanno potuto utilizzare (benché opportunamente rivisto) il V6 GM da 3.2 litri, mentre la Opel stessa utilizza per esempio il 1.3 turbodiesel common rail su alcune sue vetture di fascia bassa, nonché il 1.9 JTD (denominato CDTI presso la Opel) su vetture di fascia più alta.
Spiegazione delle sigle dei motori Opel
I motori Opel sono codificati tramite sigle simili a quelle utilizzate dalle giapponesi Honda e Nissan. A seconda del livello di evoluzione e delle caratteristiche del motore, questo può essere codificato con un numero di caratteri variabile fra tre e sei. I motori prodotti nei primi anni '60 utilizzavano solo tre caratteri per la loro codifica (in alcuni sporadici casi addirittura solo due cifre), ma di lì a poco sarebbero apparse le prime evoluzioni codificate a quattro caratteri e più in là ancora si sarebbero utilizzati cinque e sei caratteri.
Ogni sigla è composta necessariamente da due cifre che indicano la cilindrata del motore (in centimetri cubici, diviso 100), che possono essere seguite e/o precedute da lettere che indicano le caratteristiche salienti di quel motore. Per esempio, solitamente le due cifre indicanti la cilindrata vengono precedute da una di queste lettere, indicanti il tipo di normativa antinquinamento che il motore soddisfa:
* C: motore Euro 1;
* X: motore Euro 2;
* Y: motore Euro 3;
* Z: motore Euro 4;
* A: motore Euro 5.
In caso di assenza di tale lettera il motore è Euro 0.
Le due cifre indicanti la cilindrata sono praticamente sempre seguite da altre lettere. La prima lettera che segue le due cifre indica il rapporto di compressione del motore. In particolare:
* G: fino ad 8.5:1;
* L: tra 8.5 e 9:1;
* N: tra 9 e 9.5:1;
* S: da 9.5 a 10:1;
* X: da 10 ad 11.5:1;
* Y: oltre 11.5:1.
Vi può essere una seconda lettera alfabetica che indica il tipo di alimentazione, ed in particolare:
* V: alimentazione a carburatore;
* Z: alimentazione ad iniezione elettronica single-point;
* E: alimentazione ad iniezione elettronica multipoint.
Una terza lettera conclude la sigla di non pochi motori Opel ed indica alcune caratteristiche inerenti le prestazioni del motore. Per esempio:
* R: indica un motore di potenza superiore (ma non di molto) rispetto alla corrispondente variante codificata senza tale lettera;
* H: indica un motore di potenza molto più elevata rispetto alla corrispondente variante codificata senza tale lettera. Tale potenza deve essere raggiunta dal motore in configurazione aspirata o sovralimentata da un compressore volumetrico;
* T: motore turbocompresso.
Ogni singolo motore Opel, oltre ad essere identificato da un suo codice, viene solitamente raggruppato in famiglie assieme ad altri motori Opel aventi caratteristiche comuni.
Quanto detto vale per i motori progettati e realizzati dalla Opel, mentre i motori di altra origine (per esempio Chevrolet o Fiat) sono noti con le loro sigle originali.
Elenco principali motori Opel
Motori a benzina
* OHV Six, 2.5-3.6 litri (1937-66);
* OHV Four prima gamma, 1.2-1.7 litri (1938-65);
* OHV Four seconda gamma, 1.0-1.2 litri (1962-92);
* CIH Four a benzina, 1.5-2.4 litri (1965-95);
* CIH Six, 2.2-3.0 litri (1965-94);
* OHC Four, 1.2-1.8 litri (1977-96);
* Family II, 2.0-2.5 litri (dal 1986);
* Isuzu Serie 6V, 3.2-3.5 litri (1992-2002);
* Family I, 1.4-1.8 litri (dal 1996);
* Family 0 1.0-1.4 litri (dal 1997);
* Suzuki Serie K, 1.0-1.2 litri (dal 2008);
* V6-54 gradi, 2.5-3.2 litri (1994-2004);
* HFV6, 2.8-3.2 (dal 2004).
Motori a gasolio
* CIH Four diesel, 2.0-2.3 litri (1978-93);
* OHC Four diesel, 1.6 litri (1982-89);
* Isuzu serie 4EC, 1.5 litri (1987-2000);
* Isuzu 4EE1, 1.7 litri (1992-2000);
* Isuzu Serie 4J, 2.5-3.1 litri (1992-98);
* VM RA420, 2 litri (dal 2006);
* VM 425, 2.5 litri (1996-98);
* Circle L, 1.7 litri (dal 1999);
* Ecotec Serie 20DT, 2.0 litri (1996-2004);
* Ecotec Serie 22DT, 2.2 litri (1998-2005);
* Y30DT, 3.0 litri V6 (dal 2003).
Va inoltre ricordato che esiste una famiglia di motori di tipo "trasversale", nel senso che incorpora diversi motori di famiglie già menzionate ed anche altri motori realizzati da altre Case ed utilizzati dalla Opel, sia a benzina che Diesel. Tale famiglia prende il nome di Ecotec, una denominazione inventata a scopi essenzialmente commerciali e come tale registrata da GM, per indicare le qualità di economia e basso inquinamento dei tali motori. Uno dei principali motori Ecotec, diffusosi anche presso altri marchi del gruppo General Motors, è stato il 2 litri Ecotec.
Motori Ecotec
I motori Ecotec costituiscono una famiglia di motori a scoppio e diesel. Il nome Ecotec viene utilizzato nell'ambito della produzione motoristica della Casa automobilistica tedesca Opel e del gruppo Stati Uniti General Motors.
Significato ed origini
La parola Ecotec è in realtà un acronimo che sta per Emissions Control Optimisation TEChnology, cioè "tecnologia per l'ottimizzazione del controllo delle emissioni". Da qui si deducono le doti di ecocompatibilità dei motori facenti parte della famiglia Ecotec. Questi motori possono essere a benzina o a gasolio e fanno parte di alcune famiglie già ben definite. La famiglia Ecotec non è quindi una famiglia di motori aventi caratteristiche costruttive in comune che li legano tra loro. È piuttosto una famiglia trasversale che raggruppa tutti quei motori Opel (o più spesso del Gruppo General Motors) caratterizzati da particolari doti di rispetto dell'ambiente e di consumi ridotti.
Ecotec è però prima di tutto un marchio vero e proprio, non solo di proprietà della Opel, ma dell'intero Gruppo GM di cui la Casa tedesca fa parte. I motori Ecotec, infatti, sebbene siano attualmente associati al marchio tedesco, vengono utilizzati anche da altri marchi appartenenti al colosso statunitense. Inoltre, della famiglia Ecotec non fanno parte solo motori progettati e realizzati all'interno del Gruppo GM, ma anche altri motori di diversa origine.
La nascita del marchio Ecotec viene universalmente collocata nell'anno 1996, ma il nome Ecotec ha cominciato ad essere utilizzato già alcuni anni prima, quando l'entrata in vigore della normativa Euro 1 ha spinto la Casa di Rüsselsheim a rinnovare profondamente e a 360 gradi la sua gamma motoristica, in modo da divenire un riferimento nell'ambito dei motori ecologici. Già nel 1993, quindi, si poteva udire il nome Ecotec nell'ambito dei motori Opel di nuova generazione, in particolare nell'ambito degli ultimi 1.8 e 1.6 OHC Four.
L'anno seguente, la tecnologia Ecotec abbracciò anche il 2 litri Family II, che divenne noto quindi come 2 litri Ecotec.
Nel 1996 avvenne la registrazione del marchio da parte del Gruppo GM: il neonato marchio andò da subito a comprendere il 2 litri Ecotec ed i nuovi motori Family I. In seguito anche altri motori andarono ad aggiungersi alla famiglia Ecotec, tra cui anche numerosi diesel, come il Circle L della giapponese Isuzu ed i motori multijet del Gruppo Fiat. Questi ultimi hanno potuto essere utilizzati dal Gruppo GM grazie ad una joint-venture tra quest'ultimo ed il colosso italiano avutasi nella prima metà degli anni 2000.
Nel 2006 la famiglia Ecotec ha cominciato lentamente a cedere il passo all'ancor più evoluta famiglia di motori Ecoflex, la quale gradualmente ne prenderà il posto.
Gli ultimi aggiornamenti della famiglia Ecotec hanno visto l'ingresso del nuovissimo 2 litri CDTI di origine Fiat, appartenente ai motori Multijet, che verrà declinato in più varianti dalla Opel per essere montato sulla Opel Insignia di prossima commercializzazione. Una variante dello stesso motore verrà inclusa tra i motori EcoFlex.
Di seguito vengono elencate le famiglie di motori appartenenti alla famiglia dei motori Ecotec:
* GM Family II (dal 1994);
* GM Family I (dal 1996);
* GM Family 0 (dal 1997);
* Motore 2 litri diesel Opel Ecotec (1996-2004);
* Motore 2.2 litri diesel Opel Ecotec (1998-2005);
* Motore Multijet (dal 2002);
* Isuzu Circle L.
Sulla falsariga di questa operazione di marketing, l'ultima creazione di Opel e GM è rappresentata dalla famiglia di motori Ecoflex, un'evoluzione dei motori Ecotec sempre più focalizzata sulla riduzione dell'impatto ambientale e destinata gradualmente a rimpiazzare questi ultimi.
Motori Ecoflex
I motori EcoFlex sono una famiglia di motori nata nel 2008 per mano del gruppo automobilistico statunitense General Motors con l'intento di riunire differenti motori utilizzati da alcuni marchi del colosso americano ed accomunati dal fatto di possedere notevoli qualità di risparmio energetico e di ecocompatibilità.
Significato ed origini
In pratica i motori EcoFlex sono un'evoluzione della già parsimoniosa famiglia di motori Ecotec, rispetto alla quale differiscono per pochi accorgimenti volti ad ottimizzarne ulteriormente i consumi e quindi a ridurre le emissioni nocive. Tra questi accorgimenti va ricordata la riduzione degli attriti degli organi in movimento radente tra loro: tale accorgimento permette uno spreco inferiore di energia termica, che rimane quindi a disposizione del propulsore stesso, che può quindi contare su una leggera diminuzione dello sforzo. Si ha in parole povere un migliore rendimento termico.
I primi motori appartenenti alla famiglia EcoFlex sono il 1.3 CDTI di origine Fiat, che mantiene inalterate le sue doti prestazionali (vedi Motore Multijet), ma che richiede fino a quasi mezzo litro di carburante in meno ogni 100 km, ed il 1.7 Z17DTJ appartenente alla famiglia Circle L della giapponese Isuzu.
In seguito è prevista l'inclusione in tale famiglia del nuovo 2 litri CDTI da 160 CV, anch'esso originario della famiglia Multijet.
Tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010, alla famiglia Ecoflex viene aggiunto un motore a benzina, vale dire il nuovo 1.4 Family 0 da 1398 cc.
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Come si può notare, la Opel ha utilizzato molti motori prodotti da altre Case. In particolare ha fatto un largo uso di motori Diesel costruiti dalla giapponese Isuzu, ma vi sono anche i già citati motori Fiat da 1.9 ed 1.3 litri (anch’essi inseriti dalla Opel nella famiglia Ecotec) ed altri motori di origine italiana, prodotti dalla VM Motori (montati su Opel Frontera ed Antara).
C'è stato anche un 2.5 turbodiesel di origine BMW, montato sulle Opel Omega B.
Inoltre, vi sono stati alcuni casi in cui la Opel ha utilizzato dei motori V8 di origine Chevrolet, in particolare gli small-block 283 e 327 ed il più moderno small-block LS1 montato sull'effimera Opel Omega B V8.
Andiamo ora ad analizzare le famiglie di motori più interessanti per quanto riguarda l'Astra (dalla Kadett alle varie generazioni):